venerdì 28 settembre 2007

4° episodio. Correva l’anno 1822

( I post appaiono in successione di data di pubblicazione, pertanto chi voglia leggerli rispettando la cronologia dei fatti, è preferibile che inizi la lettura dai primi post.)


Uno dei motivi, causa del rancore fra le famiglie dei Concone e i Conchitta, pare sia stato il mancato possesso di una terra in “su monte”.
Correva l’anno 1822, era il 21 di novembre ed erano passati ormai due anni dalla promulgazione del Regio Editto sopra le chiudende quando Buricu Concone, trisavolo di Zuanni, recintava con delle fascine di uscradina, un appezzamento di terreno in località Su Littu. Pensava di aver in tal modo perfezionato la pratica per il possesso di tale appezzamento dove, contava di impiantare un orto per la semina di patate di sole, che come si sa non necessitano di annaffiature.
In quei giorni Abbacrasta si preparava ai festeggiamenti per la festa patronale, si assaggiava il vino nuovo e si macellava in casa il maiale.

Il 22 novembre, una giornata come tante altre, Antiogu Conchitta, trisavolo di Battista, svegliatosi all’alba parti alla volta di “su monte”. Quel giorno doveva, con Gaetanu Isalambrau suo ‘ompare ‘e frore, macellare il maiale e si accorse di non avere in casa fascine per uscrare. In fretta e furia aggiogò i buoi e con il carro partì alla volta di “su monte”.
Giunto all’altezza di “Su littu”, non credette ai suoi occhi, una sterminata sequenza di fascine di uscradina si stendeva per decine di metri.:-“ Miracolo, questo è un miracolo. La santa m ’ha fatto il miracolo”-. Pensò ad alta voce fra se e preso dall’entusiasmo caricò il carro e fece rientro al paese.
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23 novembre 1822. Antonicu Pompoe, un facoltoso notabile di Abbacrasta, le cui ricchezze, si dice, frutto di varie grassazioni sia sue che dei suoi avi, era sposato con una fanciulla di buona famiglia, Rosaria Sedhatzu di Ilartzè, il paese confinante con Abbacrasta, sede di vari uffici provinciali e del mandamento militare.
La casa dei Sedhatzu era frequentata da persone in vista di tutta la Sardinna. Prameri Sedhatzu il padre di Rosaria vecchio compagno di studi di Giovanni Maria Angioy ospitò più volte l’Alternos
in casa sua, anche nel giugno del 1796 quando l’Angioy a capo dei rivoltosi nella crociata contro la " Tirannide Feudale " sostò da lui, per andare poi ad Aristanis dove venne sconfitto dai Piemontesi.
Antiogu fratello di Prameri era stato eletto deputato al parlamento di Torino. Era quindi una famiglia con gli agganci giusti e le notizie legislative fresche, quasi di giornata.
Antonicu Pompoe, grande opportunista, saputo dell’editto, assoldò dei zornaderis locali, di Ilartzè e di Orghidho, altro paese confinante a levante di Abbacrasta, per pesare muru in “su monte” e così impossessarsi di terre ancora senza padrone.
I zornaderis, indigenti che di più non si può ed analfabeti, ignorando il Regio Editto sopra le chiudende, andavano a chiudere terre per gli altri per salari da fame, quando avrebbero potuto chiudere un appezzamento per se.
Fu così che Antonicu Pompoe, alla guida dei suoi zornaderis, andando a “su monte” per fare razzia di terra, arrivato a “su Littu” colpito dalla fertilità del posto e non vedendo nessuna recinzione, poiché in precedenza qualcuno aveva portato via le fascine che delimitavano la terra, diede ordine ai suoi di pesare muru e recintò tutto “Su Littu”.
A nulla valsero le proteste di Buricu Concone nel rivendicarne la proprietà, i zornaderis di Antonicu Pompoe testimoniarono dall’ufficiale del mandamento militare che le terre in questione erano libere, senza traccia di recinzione e vennero quindi iscritte alle proprietà di Antonicu Pompoe.
Si venne poi a sapere che fu Antiogu Conchitta ad aver involontariamente causato ciò. Antiogu cercò di spiegare a Buricu Concone la sua buona fede, accompagnata da un abbondante senzu di quel maiale che era stato causa di tutto, ma non ci fu niente da fare. I dissapori continuarono nei secoli avvenire, fra vari dispettucci da entrambe le parti.
(continua)

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